HomeTempo liberoLa verità sul caso Harry Quebert (serie TV): merita?

La verità sul caso Harry Quebert (serie TV): merita?

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La verità sul caso Harry Quebert (serie TV): merita?

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Nonostante riprenda un libro per me semplicemente fantastico, la serie TV La verità sul caso Harry Quebert mi ha deluso enormemente su tutti i fronti, portandomi a scrivere questa (seppur amatoriale) recensione.
Vuoi sapere cosa ne penso in poche parole? Non guardarla!

La verità sul caso Harry Quebert: un libro capolavoro

Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull’effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All’incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l’ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un’emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito.

Come accennato nell’introduzione, questa mini serie TV di dieci episodi non è minimamente all’altezza del capolavoro che La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker è. Un libro semplicemente fantastico, che ha conquistato me e molti altri miei conoscenti, tutti caratterizzati da gusti letterari differenti.

La verità sul caso Harry Quebert è il secondo romanzo scritto da Joël Dicker, anche se in Italia è il primo che è stato pubblicato. Dalla prima all’ultima pagina è davvero difficile riuscire a staccarsi dal libro, cosa che porta a divorarlo in davvero pochissimo tempo.

Si prosegue rapidamente nella lettura cercando di giungere a chiarire ogni dubbio e mistero, ma ecco che in un continuo crescendo di colpi di scena, i misteri continuano a crescere via via sempre di più, fino a sfociare in un finale semplicemente inaspettato in quasi ogni suo aspetto.

Un altro punto di forza di questo libro sono i personaggi. Il libro è scritto in prima persona, creando un maggior coinvolgimento del lettore che si ritrova a dubitare che l’opera sia inventata e non sia, invece, una narrazione di fatti realmente accaduti. I personaggi, inoltre, sono dal primo all’ultimo estremamente approfonditi e analizzati in profondità, in modo che ciò che è nei loro cuori giunga fino al lettore, rendendoli estremamente tridimensionali e reali.

Tutti questi aspetti, che rendono La verità sul caso Harry Quebert un’opera eccezionale, sono stati completamente e magistralmente demoliti nella serie, ottenendo così un prodotto piatto e privo di qualsiasi spessore.

La verità sul caso Harry Quebert (serie Tv)

Visto quanto mi era piaciuto il libro, ho deciso di guardare questa serie con la mia compagna, in modo da condividere con lei la storia e l’entusiasmo che La verità sul caso Harry Quebert mi aveva trasmesso.

Nell’eterna battaglia Libro-Film sono sempre stato uno dei sostenitori del team Libro, ma questo non mi ha mai impedito di apprezzare riproduzioni cinematografiche ben riuscite e fedeli all’opera originale. Un esempio è Le ali della libertà, tratto da un racconto contenuto nella raccolta Stagioni Diverse di Stephen King.
Di conseguenza, non ero per nulla prevenuto nei confronti della trasposizione visiva.
Ma ciò non è servito ad ammorbidire il mio giudizio al riguardo.

Prima di elencare ciò che ritengo faccia di questa serie TV un lavoro mal riuscito, voglio sottolineare una cosa. Il giudizio della mia compagna, completamente priva di influenze derivanti dal libro, è risultato in linea con il mio (se non più severo ancora).
Quindi, non mi resta che dirvi perché lasciar perdere La verità sul caso Harry Quebert (serie TV).

Personaggi non all’altezza

I personaggi sono solamente dei pallidi fantasmi di quelli dei libro. Imitazioni prive della profondità d’animo e di tutti gli aspetti caratteriali che li caratterizzano. O almeno, questo vale per i personaggi principali, personaggi che la serie TV arriva a sminuire, rendendoli piatti e insignificanti.

Climax inesistente

Presente nel libro fino a sfociare in un finale semplicemente fantastico e inaspettato fino all’ultima pagina, nella serie TV de La verità sul caso Harry Quebert, questa figura retorica viene completamente a mancare.
I tagli da una puntata all’altra non spingono per niente a voler vedere la puntata seguente. Ad eccezione degli ultimi 2-3 episodi. A volte arrivando addirittura a far sfumare il climax creato nella stessa puntata in un finale piatto senza un minimo di suspense residua.

Regia discutibile

Ammetto di non essere ferrato per quanto riguarda la critica cinematografica. Detto questo, perfino un ignorante in materia come me non può non notare una mancanza di coerenza per quanto riguarda le riprese. Stili diversi compaiono e scompaiono da un episodio all’altro. Risultato? Un accozzaglia fastidiosa di riprese che sembrano ricercare originalità e novità, ma che non ottengono altro che una sensazione di fastidio causata allo spettatore.

Modifiche completamente inutili rispetto al libro

Passi l’età di Harry Quebert, che passa da 34 anni (ne La verità sul caso Harry Quebert in versione cartacea) a 41 (nella serie TV), dovuta presumibilmente all’età di Patrick Dempsey (che lo interpreta). Passino dettagli marginali come il colore della macchina di Marcus (da nero a verde petrolio). Ma molti altri dettagli sono stati cambiati in modo completamente insensato, andando solamente a infastidire lo spettatore che ha letto il libro.

Harry Quebert

Patrick Dempsey

Anche se dei personaggi ho già parlato, sono costretto ad evidenziare altri aspetti relativi alla figura di Harry Quebert, personaggio introno a cui, insieme a Nola, alla fine ruota tutto quanto.

Come già accennato, l’età è stata portata da 34 a 41 anni. Questo aspetto fa si che la relazione con la quindicenne Nola (non preoccuparti, non è uno spoiler) risulti ancora più strana e difficile da comprendere. Tuttavia la ritengo accettabile, in quanto un Patrick Dempsey trentaquattrenne sarebbe risultato assai poco credibile.

Non mi va giù, invece, la rappresentazione del personaggio stesso.
Non so se la rappresentazione finale sia dovuta alla regia, alla sceneggiatura o all’interpretazione di Patrick Dempsey stesso, ma il personaggio che ne risulta non assomiglia nemmeno all’Harry di La verità sul caso Harry Quebert ideato da Joël Dicker.
Nella serie TV Harry si comporta al limite del cinismo nei confronti di altri personaggi, cosa che nel libro non accade. Nel libro, infatti, Quebert si preoccupa di non dare false speranze, mentre nella serie TV dà spesso l’impressione di ignorare completamente i sentimenti degli altri (soprattutto quelli di una persona in particolare).
Oltre a questo, la serie TV de La verità sul caso Harry Quebert rappresenta un Harry al limite dell’ingenuo cronico e del patetico, cosa che invece non accade minimamente nell’opera di Dicker.

La verità sul caso Harry Quebert (serie TV): che ne penso?

So solo che la vita è fatta di scelte e bisogna saperle fare nell’ordine giusto.

Per tutti i motivi che ho citato sopra, la serie TV de La verità sul caso Harry Quebert non merita di essere presa in considerazione. Non tanto perché si discosta da ciò che è narrato dal libro, ma perché va ad appiattire in modo assurdo tutto ciò che nel libro viene enfatizzato. Dai personaggi, agli eventi, ai sentimenti.

Tutto viene reso una semplice storiellina, mancando di suspense e di mordente.

Quindi, almeno per questa volta, fidati di me: leggi il libro La verità sul caso Harry Quebert, uno dei più belli che abbia mai letto.

E tu, hai letto il libro o visto la serie TV? Cosa ne pensi? Lascia un tuo commento per una discussione costruttiva al riguardo!

Andrea
Andrea
Ciao a tutti! Sono Andrea Scinetti, dottore in ingegneria informatica presso il Politecnico di Milano. Tecnologia, Lettura, Viaggi e Sport sono le mie passioni. Benvenuti su Ranieri’s Desk!

Commenti

  1. Non sono appassionato di lettura, ma non mi risulta difficile credere che un’opera letteraria sia – per concezione e definizione – più ricca e curata nei dettagli rispetto ad una serie TV. Voglio dire: la prima nasce quasi sempre per passione, mentre la seconda quasi sempre per capitalizzare… o sbaglio?

    • Penso sia perché un’opera letteraria permette di indagare ed esprimere più a fondo diversi concetti e pensieri umani rispetto a un’opera cinematografica. Inoltre, se l’opera assume molto valore e significato grazie ai pensieri dei personaggi, diventa difficile trasmettere lo stesso con un film: non si può certo far parlare una voce fuori campo in ogni istante.
      Per quanto riguarda il mero aspetto commerciale, purtroppo, la passione dovrebbe motivare sia opera letterale che opera cinematografica, ma in ambo gli ambienti, non sempre accade.
      Nel caso di questa serie, in particolare, secondo me si è puntato tanto (troppo) sul successo avuto dal libro: conta che solo in Italia ha venduto 800mila copie (ad aprile 2020). Immagina a livello mondiale, con traduzioni in 32 paesi.

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