Cerchi un gioco Co-op per due persone dove devi risolvere enigmi (magari un po’ lugubri)? We Were Here Too, il secondo titolo della trilogia della Total Mayhem Games, è quello che stai cercando da ore.
Frustrante al punto giusto, strano e alternativo. Innovativo ma ripetitivo. Non per tutti, ma se ti attira lo devi provare come ho fatto io: non te ne pentirai! Ecco quindi la mia esperienza sul gioco, in questa breve recensione.
We Were Here too: caratteristiche del gioco
We Were Here Too è un gioco collaborativo (co-op) per esclusivamente online e per due persone strutturato attorno alla caratteristica quasi unica della integrazione della voce nel gioco. Abbiamo infatti già incontrato questa caratteristica nel gioco horror Phasmophobia.
I giocatori dovranno collaborare, parlando a turno al walkie-talkie, per risolvere enigmi e avanzare nel gioco, ambientato in una fortezza maledetta, Castle Rock.
Ogni giocatore si trova in una stanza diversa e piena di indizi e meccaniche uniche che, in collaborazione con l’altro giocatore, dovranno esser inanellate con successo per il raggiungimento della soluzione. Il premio? L’apertura di una porta e l’accesso all’ambiente successivo.
Si può morire, ma non vi è penalità se non quella di dover rifare il livello da capo. Rilassante vero?
La nostra esperienza
Quando abbiamo avviato il gioco la prima volta abbiamo vissuto dei mini drammi: voce che non si sente, menu in inglese nonostante lingua impostata su italiana, un paio di crash in gioco. Onestamente non ci aspettavamo molto da We Were Here Too, ma eravamo comunque curiosi di provarlo e sapevamo che anche i migliori giochi possono presentare qualche piccolo intoppo a volte.
Creata una stanza, notiamo come i giocatori online si possano contare sulle dita di una mano (una brutta notizia per chi è in cerca di un amico). Ma d’altro canto questo è comprensibile visto che stiamo parlando di un gioco di 4 anni fa, di cui esiste la terza versione (We Were Here Together).
All’ingresso in gioco veniamo catapultati nel primo livello, senza lo straccio di un tutorial né della ben che minima spiegazione.
Disorientati come poche altre volte nella vita, iniziamo a descrivere ciò che ci circonda, cercando di capire se questo era un ennesimo bug o era effettivamente l’inizio del gioco. Insomma, l’equivalente di un tuffo a bomba, ma questo devo dire che mi è piaciuto, perché diverso da come molti altri giochi fanno. Il primo livello abbiamo davvero impiegato un po’ di tempo, più del necessario (circa 30 minuti).
I successivi livelli erano una sorpresa dietro l’altra. Forse non sono un fulmine di guerra, ma da giocatore di scacchi e aspirante psichiatra con una vena masochistica, questo gioco con enigmi simil-satanici, senza tutorial, riuscivano sempre a coglierci impreparati e a stupirci per le meccaniche, livello dopo livello, tra risate e frustrazione.
Ma non faccio spoiler e mi fermo qui.
Consigliato, ma non per tutti
Non sempre mi piace provare cose nuove, ma quando mi capita raramente me ne pento. E We Were Here Too mi è piaciuto assai. Giocherò sicuramente a questo puzzle game co-op per due persone, ma non raccomando l’acquisto ad occhi chiusi come ho fatto per molti altri titoli.
E ti spiego anche perché.
We Were Here Too è un titolo di 4 anni fa che sostanzialmente non porta molto di nuovo rispetto al titolo vecchio, né fa brutte figure rispetto al sequel. Ed è proprio per questo motivo che la longevità rimane bassina. La meccanica a volte frustrante e tendenzialmente ripetitiva potrebbero scoraggiare i giocatori che cercano azione, incappati quasi per errore in questo titolo. Infine, l’assenza di tutorial (non che vi sia molto da spiegare, anzi) potrebbe non esser il massimo per taluni.
Potresti spendere questi 10 euro in un gioco co-op migliore? Forse. Sono pentito dell’acquisto? Assolutamente no, ma We Were Here Too non è per tutti. Ti devono piacere gli enigmi, devi avere pazienza e – soprattutto – devi esser assetato di provare un gioco diverso dai canonici PvP.